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IDENTITÀ DI GENERE

L'orientamento sessuale è un'attrazione sentimentale e sessuale verso persone di un determinato sesso. Sembra sia influenzato da fattori biologici, psicologici e sociali. Nella formazione dell'orientamento sessuale entrano in gioco fattori genetici e ormonali, le condizioni psichiche, l'ambiente. Ci sono movimenti che cercano di cambiare le persone omosessuali, di portarle sulla "buona strada" e di "correggere" il loro orientamento sessuale. Partono dall'idea che l'eterosessualità sia l'orientamento sessuale "corretto" insito in ogni essere umano e che sia quindi possibile modificarlo con una terapia. Ritengo questi orientamenti assurdi perché non vi è un orientamento sessuale giusto o sbagliato, né migliore o peggiore.

Problemi legati all'omosessualità: Nel 1973 l'omosessualità è stata tolta dal Manuale dei Disturbi Mentali (Diagnostic and statistical manual of mental disorders, dall'American Psychiatric Association) è stata riconosciuta la natura dell'omosessualità come variante non patologica del comportamento sessuale'. L'omosessualità è "solo" uno dei possibili orientamenti sessuali di una persona. È importante sottolineare quindi che le persone omosessuali possiedono un'identità psichica suscettibile alle patologie né più né meno di quella degli eterosessuali. Il fine della psicoterapia con persone omosessuali non è quello di uniformare ad una qualsiasi variante della sessualità umana il comportamento dei pazienti, ma sostenere la loro libertà e autonomia nella scelta del modo di sperimentare la propria sessualità, purché questo non procuri sofferenza e umiliazioni a sé o all'altro con il quale si entra in relazione, e non limiti la propria e altrui libertà. È anche importante aiutare la famiglia a esplorare la fitta rete di pregiudizi e stereotipi negativi che spesso circondano le persone omosessuale per far fronte all'eventuale discriminazione del contesto sociale.

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Dott.sa Elena GuerriniPsicologa | Psicoterapeuta | Roma
Elena Guerrini

La disforia di genere è una patologia dall'eziologia, dall'inquadramento e dalla valutazione estremamente complessi. Quello che nel DSM IV (Manuale dei Disturbi Mentali) veniva denominato "disturbo di identità di genere" diventa nel nuovo DSM V "disforia di genere". Sostituire il termine "disturbo" con "disforia" non solo lo rende più appropriato e familiare, ma allontana la connotazione che la persona sia "disturbata". Per capire cos'è meglio è importante fare chiarezza su alcuni termini:

  • Sesso: rimanda a criteri biologici, ovvero tutte quelle caratteristiche anatomiche e fisiologiche che indicano se si è maschi o se si è femmine;
  • Genere: costrutto psicologico che cambia e si modifica a seconda delle epoche e dei contesti culturali;

Identità sessuale

  • identità di genere: continuo e persistente senso di sé come maschi o femmine
  • ruolo di genere: espressione esteriore dell'identità di genere, ovvero tutto ciò che facciamo per comunicare agli altri la mascolinità o femminilità
  • orientamento sessuale: modalità di risposta agli stimoli sessuali: può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale.

Nel caso di Disforia i tre costrutti sopra elencati non coincidono e il soggetto transessuale può esperire una grande sofferenza e un disagio, al punto da desiderare di modificare il proprio corpo per rientrare nel genere desiderato. La disforia, soprattutto in età infantile, è una condizione poco conosciuta e dall'eziologia incerta, per questo si applica un modello interpretativo bio-psico-sociale. Per la diagnosi è richiesto un gruppo pluridisciplinare che può comprendere.
  1. Psichiatri
  2. Psicologi
  3. Neurologi
  4. Endocrinologi (chi si specializzano nelle funzioni ormonali)
  5. Urologi (chi si specializzano nell'apparato urinario e nelle sue anomalie)
  6. Consulenti
Nota: La disforia di Genere deve essere separata dall'omosessualità..


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